"Mamma ho perso l'aereo" e il design americano | Elle Decor

2021-12-27 05:23:46 By : Ms. Annie Lin

Uno spazio che ricalca l'estetica statunitense firmata da brand e creativi intramontabili come gli Eames o George Nelson

Il titolo originale di Mamma ho perso l'aereo, il film evergreen di Natale firmato dalla regia di Chris Columbus nel 1990, è Home alone. Se la sua traduzione italiana avesse trovato una corrispondenza più vicina all'espressione americana sarebbe stata: "A casa da solo". E la casa avrebbe dichiarato la sua (notevole) importanza fin dal titolo della pellicola. Ma niente è perduto. Lo sanno tutti che il film che ha reso celebre l'autogestione natalizia di Macaulay Culkin ha anche osannato una casa-simbolo d'America: villa McCallister, la stessa casa che, a Chicago, in Illinois, è diventata di recente un fenomeno di culto. Perché Airbnb, il portale degli affitti fast, l'ha resa prenotabile per le vacanze di Natale un po' per tornare piccini un po' per provare a mandare indietro le lancette dell'orologio agli Anni Novanta.

"Ehi! Sto mangiando schifezze e guardo un film da grandi! Venite a impedirmelo!". Nella tranquillità del panorama domestico, la voce di Kevin spezza il silenzio di una casa che i suoi genitori, i suoi zii, i suoi fratelli e i suoi cugini hanno lasciato in fretta e furia per raggiungere Parigi, dimenticando a Chicago il più piccolo della famiglia. Kevin - a tratti nemmeno così dispiaciuto - si gode la villa e tutti i suoi privilegi: sfoglia (e disgusta) i segretissimi Playboy che il fratello Buzz tiene nascosti in una scatola di legno e salta sul lettone morbido e rosso dei genitori. Insomma tutto bene, se non fosse per l'intrusione di due malcapitati ladri a cui Kevin prepara un Natale da festa. Poor home! Ma proprio i marioli offrono un punto di vista - diciamo - nuovo della casa. Se, più o meno da sempre, siamo abituati a interpretare l'utilizzo delle finestre come sguardo trasparente e calamita del fuori verso il dentro - locomotiva di luce e panorama -, con Mamma ho perso l'aereo la fruizione cambia. Le finestre sono lo specchio dell'anima della casa. Rispondono alle domande: chi c'è dentro e cosa sta facendo?

Abbiamo usato l'occhio della regia, proiettato dal giardino verso gli interni, per guardare Villa McCallister. Senza avvicinarci troppo, rimanendo lucidi nella descrizione dell'abitazione, abbiamo reinterpretato il design della villa a tre piani più osservata d'America con le grandi e intramontabili firme d'Oltreoceano. In pratica se volessimo realizzare una villa american style, dovremmo partire da qui: dall'eredità che i creativi senza tempo, nativi degli Stati Uniti, hanno lasciato a partire dagli Anni Trenta, Quaranta e Cinquanta ai posteri degli Anni Novanta. Carta da parati, poltroncine a dondolo e oggettistica: ecco qualche tips per decorare la casa con un gusto americano. Inconfondibile anche grazie all'eredità cinematografica che ne ha ritratto il cambiamento da ieri a oggi.

Nella collezione del brand statunitense DOC Bradbury & Bradbury, firma dei muri delle case d'America, c'è la carta da parati Aeroplane - Sky Blue dell'architetto Raymond McGrath. Nativo australiano, ha trascorso gran parte della sua vita in Irlanda, ma la sua matita ha servito anche il marchio d'Oltreoceano caratterizzando con personalità e gusto numerose case americane. L'immaginifico pattern che decora il wallcovering ricalca l'estetica tradizionale degli Anni Trenta - del resto, McGrath lo ha realizzato proprio in quel periodo. La cronaca ufficiale di Bradbury racconta che l'Aeroplane - Sky Blue sia stato progettato per la casa di una donna aviatrice. Ecco spiegata la funzione visual dei veivoli.

La versatile collezione Relax di Florence Knoll per Knoll International comprende una poltrona lounge, un divano a due posti e un divano a tre posti. Per la nostra gallery in stile statunitense, abbiamo scelto di sederci sul sofa più spazioso - del resto, è l'arredo che accompagna la televisione del sogno americano. All'architetta con sangue del Michigan è stato attribuito il titolo d'onore di rivoluzionaria del design, perché, accanto a suo marito Hans Knoll, ha trasformato l'azienda omonima in un caposaldo del progetto storico e mondiale. Nota per i suoi open office, ha anche realizzato straordinari complementi d'arredo pensati per la casa. Come questo divano, che si gode le sue linee geometriche e le intervalla, alla vista, con una trama morbida che invita al riposo.

La sedia a dondolo modello RAR di Charles & Ray Eames per Vitra abbraccia perfettamente l'estetica tradizionale americana. Del resto, la coppia del design Eames - statunitense nel DNA - è stata formidabile nell'interpretare le esigenze dell'abitare ferme al loro tempo. RAR fa parte della collezione Plastic Chairs (la linea che comprende gli oggetti di design più noti dei due progettisti). Il suo nome per esteso è Rocking Armchair Rod Base e gode di dimensioni compatte. Il guilty pleasure di questa sedia è il movimento cullato, su e giù, che offre un gioviale e blando abbraccio al momento del riposo. La seduta è stata progettata negli Anni Cinquanta, ma ha saputo rimenere un punto fermo nel design a stelle e a strisce.

La casa americana vuole la firma americana anche per quanto riguarda l'illuminazione. Si chiama Saucer Bubble, la lampada a sospensione che il designer George Nelson - originario del Connecticut e amico del già citato Charles Eames - ha disegnato per il marchio danese Hay. Questo prodotto risale al 1952 e sintetizza nella sua silhouette morbida e longilinea tratti americani e tratti nord europei. La cronaca ufficiale dichiara che il pezzo di design sia stato ispirato da un set di lampade svedesi a sospensione ricoperte da tessuto di pregio in seta. Il risultato è un complemento d'arredo iconico che sembra galleggiare sopra alla testa, trasformando la luce in un elemento vitale della casa da guardare con il naso all'insù.

E l'oggettistica? Il designer americano Michael Graves risponde al quesito con il suo famoso bollitore Tea Rex realizzato per Alessi. Riconosciuto come una delle icone del design contemporaneo, sintetizza nella sua estetica un linguaggio pop e postmoderno. Il prodotto ha già spento le sue prime trenta candeline e, per l'occasione, il brand ha ridisegnato il fischietto trasformando l'uccellino originario in una creatura mitologica del futuro: un drago o un dinosauro volante? Quello che sappiamo è che la miniatura che vediamo oggi è simbolo di forza e fortuna negli usi e costumi millenari del popolo cinese, che utilizzerebbe il bollitore per fare il tè. In pratica la figura fiabesca è un augurio da posizionare sulla cucina o sulla tavola (in questo caso, americana).