Pompei non finisce mai di stupirci

2021-11-16 15:56:01 By : Ms. Chivas Chiao

Gli scavi di Pompei, nella villa di Civita Giuliana, riportano alla luce una stanza degli schiavi. Sono stati trovati tre letti di corde e legno con ancora i segni della stuoia che li ricopriva e accanto un vaso da notte. Il direttore del parco, Zuchtriegel, ha commentato che è stata una scoperta eccezionale, poiché "è raro che la storia restituisca i dettagli della vita dei più umili". Inoltre sono stati rinvenuti attrezzi da lavoro, il timone del carro, i finimenti dei cavalli e grandi anfore. Il ministero della Cultura ha subito postato le foto della scoperta sui social e sul web.

La stanza degli schiavi si trova vicino al luogo in cui è stato ritrovato un carro cerimoniale lo scorso gennaio, attualmente in fase di restauro. Inoltre non lontano dalla stalla rinvenuta nel 2018.

In particolare, i letti sono costituiti da poche assi di legno: due hanno una lunghezza di 1,70 me uno di 1,40 m. La rete dei letti è costituita da corde, sopra le quali sono state poste coperte in tessuto, conservate come cavità nel terreno e restituite tramite il metodo dei calchi. La stanza era illuminata da una piccola apertura in alto nelle pareti disadorne ed era una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di circa 16 mq.

Dario Franceschini, ministro della Cultura, ha commentato "questa nuova incredibile scoperta a Pompei dimostra che oggi il sito archeologico è diventato non solo una delle mete più ambite al mondo, ma anche un luogo dove si fa ricerca e si fanno strada le nuove tecnologie testato, Pompei è un modello di studio unico al mondo''.

Il direttore del Parco, Zuchtriegel, ha dichiarato “una finestra sulla realtà precaria di personaggi che raramente compaiono nelle fonti storiche, scritte quasi esclusivamente da uomini appartenenti all'élite, e che quindi rischiano di rimanere invisibili nelle grandi storie. È un caso in cui l'archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico che conosciamo poco, ma che è estremamente importante. Ciò che colpisce è la ristrettezza e precarietà di cui parla questo ambiente, un incrocio tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 mq, che oggi possiamo ricostruire grazie alle eccezionali condizioni di conservazione create dall'eruzione del 79 d.C. scoperte più emozionanti della mia vita di archeologo, anche senza la presenza di grandi 'tesori': il vero tesoro è l'esperienza umana, in questo caso dei più deboli della società antica, di cui questo ambiente fornisce una testimonianza unica”.

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