Misteri e intrighi dietro la "Porta dei 100 occhi" di Conversano

2022-05-21 13:20:10 By : Ms. Arya Chen

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Una misteriosa opera d’arte che nasconde storie di intrighi amorosi e leggende di monache peccaminose.

La sezione Archeologica del Museo Civico di Conversano “MuseCo” espone nelle sue stanze la famosa “Porta dei 100 occhi”. Si tratta di una porta lignea risalente al ‘600 che, secondo la leggenda, sigillava la porta di una cella del Monastero di San Benedetto. Il complesso monastico è stato – dal 1266 – casa delle suore di clausura. Le sue mura, ancora oggi, celano misteri e segreti non del tutto svelati.

La “Porta dei 100 occhi” si presenta alla vista come un artefatto in legno, con importanti serrature e finemente decorata. La parte frontale mostra una figura umana il cui corpo è coperto da occhi (75 per la precisione) e, al di sotto di questa, una sibillina iscrizione: “QUI POTEST CAPERE CAPIAT” (traducibile dal latino con ‘chi vuole intendere, intenda’).

Cosa c’è da intendere? Cosa c’era al di là di questa porta e cosa rappresenta effettivamente questa figura coperta da occhi? Poche risposte e molte teorie.

La prima vede nella figura umana – che impugna una lama nella mano destra ed un manto nella sinistra – il gigante Argo (detto ‘Argo che tutto vede’), figura mitica dell’antica Grecia che aveva cento occhi e dormiva chiudendone solo la metà.

Il gigante è assunto come protettore della verginità e ciò spiegherebbe la presenza di questo simbolo in un convento femminile.

Altra tesi collega la simbologia della figura dai cento occhi alla sifilide. La malattia venerea non curata adeguatamente porta alla comparsa in tutto il corpo di vistose eruzioni cutanee simili, quindi, agli occhi rappresentati sulla porta. Procedendo su questa teoria, la porta doveva essere posta sull’uscio di una monaca peccatrice e fungere, contemporaneamente da monito per le consorelle: “chi vuole intendere, intenda”.

La “Porta dei 100 occhi” è nel patrimonio artistico di Conversano da quando fu ritrovata nel 1975 casualmente nel deposito – legnaia del Monastero di San Benedetto e restaurata gratuitamente dall’attuale presidente del “Centro Ricerche di Storia ed Arte di Conversano”.

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