La pasta al tonno di Pino: i pomeriggi da bambino quando non avevo ancora capito cosa fosse l'amicizia vera - la Repubblica

2022-09-10 01:36:31 By : Ms. summer xia

Che Pino fosse un ragazzino intelligente lo si capiva dal suo modo di camminare. Avete presente quella postura corretta che vi viene automaticamente quando qualcuno vi fa notare che state curvi con la schiena? Ecco: Pino camminava così. Capelli neri sempre in ordine grazie al suo pettine, dentri stretti da una parte e strettissimi dall'altra, che portava nella tasca dei suoi jeans Rifle che gli arrivavano alle caviglie, scarpe della "Nik" (senza la e finale) prese al mercato di Via Osoppo e occhiali spessi come quelli di Milhouse. Negli anni '80 la zona San Siro a Milano era un altro mondo rispetto a com'è ora, noi ragazzini giocavamo al giardinetto sotto casa e come porte utilizzavamo da una parte il piccolo albero spelacchiato, mentre dall'altra una sedia zoppa che chiedevamo in prestito al bar. Nessuno aveva il cellulare e nemmeno Instagram, la sveglia per tornare a casa era l'orologio della farmacia e se il pallone andava sotto a qualche macchina parcheggiata bisognava strisciarci sotto per recuperarla.

Pino a 11 anni sapeva già cucinare da solo, accendeva il fuoco con i fiammiferi che usava suo papà per fumare la pipa e si destreggiava come un cuoco navigato. "Devi imparare a cucinare Manu, mica puoi vivere solo di Speedy Pizza" mi raccomandava mentre con il dito indice rispediva gli occhialoni su per il naso. Io annuivo e continuavo ad ascoltarlo. La sua specialità era la pasta al tonno, sinuose linguine avvolte da questo sugo rosso con pezzettoni di tonno insieme ad una spolverata di petrusinu, che in dialetto calabrese vuol dire prezzemolo. Pino non aveva amici, non scendeva mai in cortile a giocare con noi. Adesso sarebbe classificato come "nerd" vista la sua preferenza per i computer, così spesso mi invitava da lui a costruire palazzi di Lego o per una sfida di Subbuteo. Un giorno ero all'oratorio con i miei amici, personaggi da ginocchia e gomiti sbucciati, mille lire di Goleador in tasca e pallone "Super Tele" preso a calci tutto il pomeriggio. Ad un certo punto, con mio estremo rammarico finisco in porta. Marco mi presta i guanti, mi fa cenno con gli occhi di guardare in fondo al campetto e intanto mi sussurra: "Oh, va' che c'è quello sfigato di Pino. Mamma mia che brutto che è" ridacchiava sottovoce mentre a fatica si sfilava i guanti della "Uhlsport".

Pino stava entrando nel cortile della chiesa con il padre e la sorella Teresa, protagonista a breve della prima comunione. Mi guarda, strizza gli occhi per vedere più lontano, alza il braccio e mi saluta. Marco si gira di scatto e mi urla: "Ma non sarai mica amico di quello sfigato??", indicando con la mano aperta il povero Pino che era rimasto indietro. "Chi? Io? Ma figurati". "Ah ok, sennò prendevo a pallonate te e lui" sentenziò Marco sparando una pallonata sopra il tetto della chiesa. Tanto poi la palla tornava indietro, sempre. Pino tira giù il braccio visibilmente offeso, raggiunge i suoi e scompare dentro la chiesa. Tornato a casa, mentre ero in ammollo nella vasca da bagno avevo un pensiero fisso. Perché l'ho fatto? Perché non l'ho salutato? Si sarà offeso? Giocheremo mai ancora insieme? Ma non gli fa male ai capelli quando si pettina con quell'affare strettissimo? Da quel pomeriggio Pino si faceva negare al citofono dalla sorella, dalla mamma e persino il cane non mi scodinzolava più quando mi vedeva. Alcuni cani sono davvero intelligenti.

"Ma lo sai che l'aglio fa bene al colesterolo?" mi raccontava Pino mentre mescolava il sugo durante i nostri pomeriggi a base di Subbuteo. "Ma lo sai perché la cipolla fa piangere?" mi chiedeva mentre sia io che lui sembravamo usciti da un cinema dove davano "Io e Marley". Pino per me è stato come un fratello maggiore, una di quelle anime buone che ti facevano stare al di qua delle cavolate. Quel ragazzo che se sei ubriaco ti porta a casa e non ti fa litigare con nessuno, mentre io per fare bella figura con i miei scagnozzi non l'avevo salutato. "Pino ma quanto sei lento?? Io ho fame!". "Chi fa in fretta fa due volte" rispondeva con l'indice rivolto verso il soffitto.

Il 3 agosto del 1988 compivo 7 anni, così mi affrettai a invitare lui e la sorella Teresa al mio compleanno fatto di panini al latte farciti con salame Milano e prosciutto cotto e bicchieri di Spuma. "Partiamo per Cosenza il 2 notte" rispose Pino con un tono di voce cupo come se fosse stato doppiato da un altro ragazzo. Anzi pareva Luca Ward. No, forse un po' meno. "Ok, ci vediamo a settembre allora" risposi imbarazzato con la voce di Cristina D'Avena. Le vacanze finirono, la scuola si avvicinava e in vacanza avevo comprato un braccialetto per Pino, così da fare pace in maniera definitiva. Ma salendo al secondo piano c'era un foglio sulla loro porta di casa. "Ci scusiamo per il disagio, i lavori di ristrutturazione in questo appartamento dureranno fino al 15 settembre. Vi ringraziamo per la comprensione". Pino si era trasferito quell'agosto del '88 con tutta la sua famiglia a Desenzano del Garda. Con sé aveva portato il suo Subbuteo, i suoi Lego, il suo pettine, i suoi jeans corti alle caviglie e tutta la sua conoscenza del mondo. Non gli ho mai detto ciao.

Dopo qualche giorno scesi in cantina per prendere la pompa della bici: c'era un foglio piegato in quattro con scritto sopra "per Manuel". Lo aprii, seduto sulle casse di vino rosso e godendomi quello che c'era scritto dentro. "La pasta al tonno di Pino. Prima di tutto fai attenzione ad accendere il fuoco, magari fatti aiutare da tua mamma la prima volta...". Grazie di tutto Pino. Ah, scusa per quella volta all'oratorio, non avevo ancora capito il senso della parola "amicizia".

* Manuel Saraceno, classe 1981, musicista di strada e papà allo sbaraglio. Approdato in cucina per caso ci è rimasto più che volentieri. In questo mondo frenetico di ricette super veloci ho voglia di rallentare e prendermi cura dei miei piatti in ogni dettaglio. La cucina è memoria!

Cucina per Giallo Zafferano, lo trovate su Instagram come manucookandrock.

Far stufare aglio e cipolla con molta calma, tenere il fuoco medio basso e lasciare che la cipolla diventi trasparente. Dopo una decina di minuti versare la passata e lasciar cuocere altri 15 minuti sempre tenendo il fuoco basso. Non appena il sugo avrà tirato, aggiungere il tonno sottolio e lasciar insaporire altri 3 minuti. Scolarci le linguine al dente, saltare mezzo minuto e rifinire con prezzemolo fresco.