I progetti più belli che abbiamo visto a EDIT Napoli 2022

2022-10-15 05:50:14 By : Ms. Amy Wu

Reportage da una fiera ormai adulta, capace di comporre un proprio linguaggio e di contaminare anche gli espositori. Che qui scoprono modi (in)EDIT(i) di raccontarsi

Dal 7 al 9 ottobre il chiostro di San Domenico Maggiore ospita la quarta edizione di EDIT Napoli, fiera internazionale di design editoriale fondata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli.

Una manifestazione giovane ma ormai adulta, per la quale questo è “l’anno della crescita e della consapevolezza” spiega Dardi durante la press preview. Questa consapevolezza si esprime nella capacità di generare un circuito di espositori fedeli e affini (sono molti i ritorni e le collaborazioni tra aziende che si sono conosciute durante le precedenti edizioni) ma anche di plasmare un proprio linguaggio, che in molti casi ha contaminato il modo di raccontarsi dei brand partecipanti.

Un esempio è quello di Bolzan Letti, nota realtà trevigiana che a EDIT Napoli 2022 trova una maniera inedita di presentarsi, grazie anche all’intuizione di affidare il progetto al duo Zanellato Bortotto. I due designer rivisitano il letto Jack, disegnato nel 2017 e oggi proposto in una nuova versione i cui ingredienti sono: i tessuti speciali di Torri Lana, il cuoio di Presot e il legno con le tinte naturali di Loris Till. Alla scelta di valorizzare un prodotto già a catalogo attraverso materiali eccellenti e sostenibili e una lavorazione artigianale è demandata la narrazione di un’azienda legata al suo territorio, recettiva rispetto ai temi ambientali e impegnata nella ricerca.

Sono sempre Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto a firmare la collezione Play With Fire della smalteria veneta Incalmi, nata da una ricerca sugli smalti vetrosi applicati su lastre di rame e poi cotti ad altissime temperature: per dare forma a lampade, maniglie e appendiabiti che ricordano il raku giapponese, in una poetica celebrazione dell’imperfetto e dell’errore, che diventano controllata maestria artigiana.

Questo rapporto stretto tra designer e aziende, in una riscoperta vera dell’artigianato che non mira al lusso per pochi ma a traghettare il saper fare nella contemporaneità è alla base della collaborazione tra Margherita Rui e Dante Negro, azienda trevigiana che dagli anni ’60 lavora il ferro battuto. Il risultato è Dolmen, collezione outdoor che interpreta l’archetipo abitativo per eccellenza per proporre un nuovo linguaggio espressivo in cui il metallo lavora con il vetro, il tessuto e il colore.

È invece Serena Confalonieri a comporre l’armonia cromatica e di intenti in cui si incontrano Very Simple Kitchen, giovane ma affermata realtà bolognese nata con l’intento di ripensare l’immagine dell’ambiente cucina, e La Pietra Compattata, azienda di Sassuolo che recupera gli scarti di lavorazioni di porfidi, quarzi e graniti, ricompattandoli in un materiale estremamente resistente. Zdora, questo il nome del progetto riprende il pattern della tovaglia a quadri del pranzo della domenica per rivestire in Pietra Compattata il piano della cucina di Very Simple Kitchen e un sistema di sedute e tavoli come fosse un tessuto.

Una maniera inedita (o potremmo dire in EDIT?) di raccontarsi la trova anche antoniolupi, che abbandona la narrazione canonica per affidarsi all’art direction di Luca Galofaro, che mette in scena l’installazione Collages, per la quale ha invitato quattro artisti internazionali a disegnare un’edizione limitata di specchi da collezione, progettati come punti di vista non convenzionali sulla rappresentazione, sull'architettura e sulla città.

Se sempre più aziende affermate trovano in questo contesto lo spazio e il coraggio di percorrere strade diverse, EDIT Napoli continua a essere un palcoscenico importante anche per i piccoli brand, che qui trovano lo spazio e il tempo giusto per farsi conoscere e per intessere relazioni.

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Tra i progetti più interessanti che abbiamo visto a EDIT Napoli 2022 c’è Tracce, la coperta in lana di alpago ricamata a mano di Ruga Perissinotto nata da un’indagine storica alla riscoperta della manifattura e della cultura trevigiana, in collaborazione con il lanificio Paoletti: un progetto che mira al recupero della pecora alpagota, razza autoctona italiana in via di estinzione, ma anche alla riscoperta dei gesti, dei simboli e delle tradizioni di questo territorio.

La ricerca sulle potenzialità espressive del tessuto è al centro del lavoro di Teresa Carnuccio, che per Spazio Materae Edizioni presenta un lavoro sulla cianotipia applicata ai pannelli di lino e al marmo. Un processo lento e poetico, che gioca con le cromie, la luce, la sabbia e l’acqua di mare per imprimere immagini che, ancora una volta, lavorano con il tempo, il margine di errore e l’estremo controllo della mano artigiana.

C’e il tessuto anche tra i protagonisti del lavoro di Ccontinua+Mamt, che dopo le “ceramiche tatuate” dello scorso anno quest’anno esplora il mondo degli arazzi, supporti ideali per ricami-poesie (tatuati) che celebrano il fascino della luna.

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In mostra c’è poi il nuovo progetto di ELEIT, che amplia la sua collezione di oggetti di design per la tavola che traducono in forme i gesti della convivialità con Speziale, un porta spezie progettato da Leftover Design come un box da cucito, realizzato artigianalmente dai maestri di via Calderai a Palermo.

Dopo aver vinto il premio come miglior inedito nel 2021 torna a EDIT Napoli anche Stamuli, che amplia la Tagadà Collection: alla zona pranzo dello scorso anno si aggiunge il living, composto da divani, poltrone e tavolini dalle rigorose forme geometriche che diventano ironici, accoglienti e contemporanei grazie alle composizioni cromatiche audaci e ai rivestimenti morbidi, realizzati con tessuti e mohair di Kvadrat.

Torna anche Belvedere, che prosegue nella sua narrazione del paesaggio italiano attraverso gli elementi d’arredo con Villeggiatura tutto l’anno, una collezione di sedie a sdraio che raccontano i luoghi delle vacanze italiane del ‘900 attraverso la fotografia e la sua ricomposizione grafica. Ancora una volta, le immagini sono del fotografo Massimiliano Tuveri, rielaborate dallo studio di visual design VZNstudio, mentre gli arredi sono disegnati da Luca De Bona.

Proseguiamo il nostro percorso tra gli espositori di EDIT Napoli 2022 nella sala del Seminario, dove agli espositori under 30 e le società costituite da non più di tre anni mostrano i loro progetti in uno spazio allestito dagli studenti dell’Accademia di design e arti visive Abadir di Catania.

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Qui troviamo A personal journey di Caterina Frongia, una narrazione personale composta attraverso la composizione di grandi tessere di tessuto realizzato intrecciando lana e cotone, ultimo risultato di un percorso con il quale l’artista bolognese reinterpreta la tradizione tessile sarda.

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Tra le molte interpretazioni della sedia, l’oggetto più comune, ma anche più difficile da progettare per un designer, ci colpisce quella di Paolo Marasi, che la costruisce componendo diverse porzioni di un profilo rettangolare di alluminio, sfidando la nostra percezione di comfort.

Particolarmente interessante sono poi i progetti di Riccardo Cenedella, che lavora sulle nuove possibilità di utilizzo degli scarti dei tappeti e presenta a EDIT Napoli il progetto di un coffee-table che mostra le differenti possibilità di finitura di questo materiale; e gli elementi naturali galvanizzati della collezione Mediterranea di Casa Remedios: foglie di fico, limoni, arance e pomodori incastonati per sempre in un bagno d’oro e d’argento.

Non possiamo concludere il nostro viaggio a EDIT Napoli che con una sosta nel chiostro centrale, lo spazio della convivialità per il quale Feudi San Gregorio ha lavorato con Astrid Luglio alla costruzione di un piccolo bar realizzato con materie e tecniche artigianali del territorio irpino. Ad accompagnarlo ci sono le sedute realizzate da Belvedere con tessuti che raccontano la storia di Feudi di San Gregorio, piccoli racconti fatti di gesti umani, roseti e grappoli d’uva.