Duilio Carminati, l’uomo che conosce l’età del legno: «Così scopro i falsi d’autore»- Corriere.it

2022-08-20 01:26:27 By : Mr. Elon Lee

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È il massimo esperto dei mobili settecenteschi del Maggiolini, l’ebanista degli Asburgo e a lui si rivolgono i più grandi collezionisti. «Io, nella giungla degli antiquari, tra truffe e tentativi di corruzione. Ci hanno provato anche con me»

Duilio Carminati, il cacciatore di falsi

Alla fine del Settecento, la corte degli Asburgo e nobili e ricchi lombardi furono folgorati dalle creazioni di Giuseppe Maggiolini , ebanista di Parabiago. Anche Napoleone gli commissionò uno scrittoio per Palazzo Reale. Un altro si trova negli uffici del sindaco Sala. Con Maggiolini, si impose un tipo di lavorazione, la sovrapposizione di intarsi, decorazioni e assemblaggi di legni con meravigliose sfumature di tonalità. «Maggiolini» divenne sinonimo di quel tipo di mobile, detto appunto il «maggiolino» . Il successo della bottega ebbe conseguenze indesiderate, la moltiplicazione di imitatori e falsari. Da Maggiolini a «maggiolino» non è solo questione di lettera finale. Da una quarantina d’anni, Maggiolini ha però trovato un difensore d’ufficio dell’autenticità: Duilio Carminati , ebanista artigiano, sessantenne, collaboratore del grande esperto d’arte Ferruccio Amati.

Carminati ha affinato le competenze del maestro . Nella bottega di viale Montello, si dedica a complicati restauri, ma la sua attività parallela è la consulenza artistica, sia per i «Maggiolini» sia per l’antiquariato d’autore. «Consulenza» significa scoprire falsificazioni, evitare truffe e contribuire al recupero di refurtiva nel caso in cui il venditore proponga un pezzo di cui non sappia dimostrare la provenienza. Sposato con Claudia sua collaboratrice, due figli che vivono a Londra, Carminati è un riferimento fiduciario di ricche famiglie e grandi collezionisti che si rivolgono a lui prima di comperare un pezzo pregiato o per vendere un mobile di casa e talvolta per far valere le proprie ragioni dopo un incauto acquisto. È così diventato il nemico di antiquari disinvolti e di esperti che fanno il suo stesso mestiere, ma con meno scrupoli. «Il mondo dell’antiquariato — racconta — è un’affascinante giungla: ci sono trappole, sabbie mobili e, come in ogni ambiente, persone appassionate e in buona fede. A volte, capita che antiquari cadano in trappola, per mancanza di esperienza. Talvolta mi hanno minacciato per avere mandato a monte un affare e mi hanno chiamato in causa. Ma ho sempre vinto».

La bottega del Maggiolini a Parabiago (da Wikipedia)

Carminati racconta di «avere sposato il legno» e in effetti qualche sera, anziché tornare nella sua Caravaggio, dorme nella bottega per finire un lavoro o un’expertise. «La passione ti fa fare ogni cosa . A volte hai per le mani un pezzo da discarica, ed è meraviglioso riportarlo alla vita, come il burattino di Pinocchio!». «Il legno lo riconosco, è come se mi confidasse di essere un’imitazione. Difficilmente m’inganno. Una volta mi sono scontrato con un famoso storico d’Arte sulla valutazione di un comò veneziano. Lui ragionava da storico, ma tecnicamente avevo ragione io: era falso! Il legno ha profumi, colori, patine che non possono ingannare il tempo. Oso dire che è più facile scoprire la falsificazione di un quadro o una falsa attribuzione.

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Se la truffa sa di beffa (geniale): l’inarrivabile arte del falso

Scoprire i mobili falsi é complicato, dato che si usano legni pregiati e si fanno intarsi su disegni originali. Ma è impossibile riprodurre la patina dell’invecchiamento. Con il legno non si scherza. Maggiolini è inimitabile . Poi c’è una storia di committenti e disegni originali che non può essere aggirata. Purtroppo per chi ha comprato è difficile far valere le proprie ragioni. O documentare il prezzo realmente pagato, se ha pagato in contanti. Possedere un mobile antico è una passione che non si può soddisfare come se si comprasse una Ferrari. I pezzi sono rari, chi li possiede difficilmente li vende, così prospera il mercato del falso . I clienti più vulnerabili sono i nuovi ricchi, più il prezzo è alto e più credono che valga la pena di spendere. Recentemente, ho periziato due false Commode veneziane, vendute per cento cinquantamila euro, valore poche migliaia».

Un cassettone di Maggiolini del 1773 circa (da Wikipedia)

«Con gli strumenti tecnici dell’epoca, a lume di candela , Maggiolini non avrebbe potuto produrre più una decina di opere all’anno . Io sono riuscito a farne uno e ci ho messo tre mesi, con la luce accesa la notte. Se poi consideriamo quanti cassettoni, tavoli da gioco, scrittoi sono andati perduti o sono finiti nei musei, è ovvio che tanti prodotti in circolazione sono di epoche successive, quindi falsi. Io ne ho periziati come falsi almeno un centinaio. Poco male se il cliente non avesse speso come per un Maggiolini autentico, cioè cinquanta volte il valore reale».

Carminati racconta episodi che danno l’idea della «giungla». Tempo fa due commercianti proposero a un noto finanziere l’acquisto di due «Maggiolini», valore ottocentomila euro. «Sono falsi», sentenziò a prima vista Carminati. Il finanziere rinunciò all’acquisto. I due tentarono di «addolcire» l’esperto ebanista, ma si rassegnarono a portare i «preziosi» cassettoni in Svizzera e si accontentarono di ventimila euro. Carminati cita anche noti appassionati che hanno dato la caccia a «Maggiolini» in tutta Europa. «Qualche pezzo l’hanno trovato, ma qualche altro è recente. Siccome li tengono in casa, non sarò certo io a deluderli. Un ricco cliente mi ha chiesto di periziare la collezione per l’ assicurazione antifurto. Non ho voluto dire una bugia e gli ho consigliato di risparmiare sull’assicurazione».

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