Steelrising - Recensione - GameScore

2022-09-10 01:26:33 By : Ms. Angela Zhang

Dopo GreedFall, Spiders propone un titolo action RPG di matrice souls-like davvero interessante ambientato durante una rivoluzione francese un po’ alternativa…

Automa. Simbionte creato con lo scopo di “proteggere” un regno ormai in forte declino socio-politico-economico. Esseri austeri, obbedienti e decisamente accondiscendenti, in grado di assolvere ad ogni tipo di compito assegnato; dalle mansioni lente e meticolose, a quelle dedite alla fatica o all’uso della forza bruta. Sostituiscono di gran lunga l’essere umano, introducendo in questo modo nel mondo qualcosa di veramente paralizzante: il cambiamento, la rivoluzione delle macchine controllate da innesti meccanici e ruote dentate. Entità alimentate da una strana sostanza energetica, rinvenuta nel corso di alcune indagini sul territorio. La Rivoluzione Francese fu uno dei periodi più spietati, violenti e sconvolgenti accaduti in Francia nel XVIII secolo. Un contesto paradossalmente atipico perfino per quell’epoca, poiché coinvolge diversi esponenti politici all’indipendenza del popolo stanchi dei soprusi e del vile sfruttamento. L’abolizione della monarchia fu una delle principali cause di questo moto rivoluzionario, con conseguente cambiamento in Republica. Il popolo, nonostante le varie battaglie condotte e le ingenti perdite, riuscì a trovare una soluzione: i regnanti dovettero redimersi e adattarsi alle nuove “condizioni”. Tuttavia se tutto ciò non fosse accaduto realmente: cosa sarebbe stato del popolo parigino e in larga scala di quello francese? Molto probabilmente la presa della Bastiglia (il momento più iconico dello scontro) non avrebbe dato i frutti sperati, costringendo i cittadini ad allontanarsi e venire giustiziati. Un aspetto alquanto particolare, discusso dai vari studiosi nel corso del tempo; a redigere qualcosa di più “apocrifo” anche svariati letterati con dietrologie abbastanza credibili e simpatiche. Il panorama videoludico odierno è in forte ascesa, nonostante le tante battute d’arresto a causa del recente periodo con la mancanza di semiconduttori e la pandemia. Non esistono tanti videogiochi legati alla Rivoluzione Francese, eppure in quei pochi l’unico ad aver esaminato in maniera approfondita il periodo è stato Assassin’s Creed Unity nel 2014. Il titolo di Ubisoft è riuscito a mostrare uno spaccato di quella società, dal punto di vista del popolo e soprattutto dei francesi. Lo fa anche con un piglio alquanto cinematografico e romanzato, come si confà per un videogioco di tale caratura per una saga pressoché immortale.

Gli sviluppatori francesi Spiders (autori tra l’altro di GreedFall uscito recentemente), guidati dal publisher Nacon, ha annunciato diverso tempo addietro un titolo davvero interessante, un gioco che mescola un gameplay action RPG con elementi tipici dei souls-like a qualcosa di poco esplorato a livello narrativo, ovvero la Rivoluzione Francese, ma in versione alternativa: dal punto di vista dei regnanti e degli automi. Il popolo in qualunque modo soffre enormemente, spinto dall’esigenza di convertire questo status-quo in qualcosa di più morigerato e gioviale. Eppure l’avventura degli sviluppatori francesi riesce in maniera incontrovertibile a stupire sin dai primi trailer mostrati. Un titolo che unisce delle meccaniche dei Souls, come la frenesia dell’azione e l’utilizzo di determinati stili per combattere (suddivisi in poche classi significative), ad aspetti meramente ruolistici, come la progressione delle armi secondo un albo dei livelli o l’utilizzo di equipaggiamenti che interferiscono con l’energia terrena chiama alchimia. Un gioco assolutamente affascinante, con un’ambientazione incantevole e ben definita, e dunque con un grande potenziale da mostrare: il risultato non è assolutamente scontato, anche perché i presupposti possono variare a seconda di come hanno modellato alcune sequenze ludiche e narrative. Il titolo in questione prende il nome di Steelrising ed è in uscita l’8 settembre 2022 su console Xbox Series X | S, Playstation 5 e PC. La next-gen è pronta ad ospitare un’avventura alquanto curiosa, con diverse tematiche e un senso di libertà piuttosto appagante. Senza ulteriori indugi, scopriamo finalmente insieme di cosa si tratta in questa nuova, approfondita recensione.

Trovarsi dinanzi ad un nuovo videogioco è sempre un’emozione indescrivibile, specialmente quando viene ricalcato all’interno dell’opera delle tematiche mai realmente affrontate da un punto di vista diametralmente opposto a quello già conosciuto. L’Europa prima di potersi definire tale – e dunque unita sotto un unico vessillo solidale -, viveva attraverso i tanti regni che la solcavano. La Francia è sempre stata una di quelle nazioni a primeggiare sulle altre, grazie ad un retaggio non indifferente e alla voglia dei propri abitanti di cambiare le sorti vigenti (come costruire qualcosa di nuovo e sorprendente). La storia nei videogiochi è quindi un ambito abbastanza delicato, poiché non tutti riescono a condensare bene le varie informazioni e raccontare qualcosa che possa ritenersi verosimile alla realtà dei fatti. Esistono tanti titoli che narrano le gesta del mondo, un po’ come Age of Empire (dal punto di vista antologico e strategico) o lo stesso Call of Duty. Porzioni di storia che si mescolano alla drammaticità degli eventi, così da fornire un contesto più interessante per gli spettatori; stessa dinamica che si adotta anche nel panorama cinematografico o letterario. Spiders, dopo aver concepito svariati giochi sotto l’effige di Focus Home Interactive, unisce le forze con Nacon in qualcosa di molto ambizioso e peculiare. Un videogioco che al suo tempo, dopo esser stato mostrato, viene rimandato per una questione precauzionale di qualche mese. Fino ad arrivare ad oggi con un titolo, Steelrising, ormai pronto ad essere esaminato da milioni di appassionati sparsi nel mondo, curiosi di scoprire come abbiano fatto ad unire una componente narrativa così peculiare ad un genere frenetico e alle volte molto punitivo. La storia di Steelrising ha inizio con una discussione tra l’ancella reale e Maria Antonietta in persona, la Regina francese all’epoca della Rivoluzione Francese. Siamo nel 1789, in una Parigi steampunk e diversa da come la conosciamo. Le due Madame conversano in maniera piuttosto sostenuta, poiché rinchiuse all’interno di una stanza e lontane dal centro parigino per volere di Re Luigi XVI. Qualcosa non sembra andare come dovrebbe e la popolazione (gli esseri umani) è stata decimata da strane creature robotiche, degli automi che ascoltano unicamente il volere del proprio padrone. Le stesse entità che non permettono alle due donne di scappare. Eppure con loro è presente una terza figura, un robot dalle sembianze piuttosto simili agli uomini. Gli Aegis sono creature robotiche concepite da Eugène de Vaucanson; esseri estremamente sofisticati che il regnante Luigi XVI (anche soprannominato l’orologiaio, poiché appassionato di ingranaggi e congegni meccanici) ha designato come guardia del corpo della Regina Maria Antonietta. Queste tipo di macchine, a differenza delle altre, possiedono una coscienza, un proprio libero arbitrio che gli permette di conseguenza di poter discernere ciò che è giusto da quello sbagliato. Riesce a parlare fluentemente e si adatta in base alle varie esigenze: nessuno sa della sua esistenza e di quello che sembra essere in grado di fare, tranne lo stesso creatore Vaucanson.

L’Aegis (nome non del tutto casuale, in quanto ricopre il ruolo di scudo come quello assegnato nella mitologia greca a Zeus o a Rex in Xenoblade Chronicles 2 – qui trovate il terzo capitolo appena uscito) viene inviata dalla Regina in avanscoperta a Parigi, così da identificare il Re francese e porre rimedio a questa bizzarra controversia. In più gli chiede informazioni riguardo al figlio scomparso, soprannominato “Delfino”. Tuttavia il luogo in cui si trova non sembra così cordiale e ospitale di quanto ricordano: deve combattere per ricevere ciò che gli è dovuto, affinché di liberare l’animo umano da questa piaga indelebile. La componente narrativa di Steelrising parte dunque con un’ottima premessa, assai curiosa e decisamente inaspettata. Sin dalle prime fasi di gioco, la narrativa offre una buona base su cui poter argomentare amabilmente; infatti il codex è un elemento fondamentale per conoscere la lore dietro al gioco. La caratterizzazione dei personaggi è discreta, anche se in quanto souls-like nell’animo, i vari protagonisti che impareremo a conoscere si contano sulle dita d’una mano. Durante il corso della storia, bisogna compiere delle scelte: alcune saranno significative e adatteranno l’avventura a quanto indicato in precedenza, altre invece aprono delle nuove piste verso delle missioni secondarie. Ciò rende il titolo adatto ad essere provato più volte. La rigiocabilità – così come indicato dagli stessi autori – permette di scoprire strade prima inaccessibili, compiendo azioni assolutamente diverse dalla campagna originale e sperimentando anche classi con build diverse. La conclusione viene fortemente influenzata dalle azioni svolte durante alcune secondarie e soprattutto su alcuni elementi narrativi (le risposte multiple di poc’anzi). Un intreccio narrativo abbastanza godibile, nonostante ad un certo punto (all’incirca dopo una decina d’ore) la trama inizia a risultare un po’ più sbiadita rispetto a prima, ovvero con un mordente sicuramente inferiore alle fasi iniziali: un classico dei souls, che punta successivamente al colpo di scena sul finale e su altri elementi tipici del gameplay. L’obiettivo più riconosciuto del gioco è quello di volersi concentrare non tanto sulla storia in sé, bensì sull’approfondimento da fare a monte e sull’ambientazione assolutamente unica. Infatti tra uno scontro e l’altro, è possibile rinvenire a terra dei testi scritti da leggere: delle lettere importanti che aiutano il racconto a scorrere meglio e con una discreta maneggevolezza, senza mai trascurare nulla. Un titolo affascinante, colmo di segreti e dettagli; impreziosito di tanti aspetti narrativi, presenti comunque nel codex, che regalano al videogiocatore un’esperienza decisamente sbalorditiva.

Per chi è amante delle storie ben articolate, troverà ciò che desidera in Steelrising. Eppure si trattano di aspetti abbastanza malleabili e che il giocatore può ovviamente decidere se approfondire o meno. L’avventura dona una buona libertà d’azione, sia per quanto concerne la trama che il gameplay: la decisione dunque spetta a voi. Sappiate però che la trama è, tranne per qualche normale inciampo di percorso, decisamente buona. La durata del titolo è molto variabile. Essendo un souls-like, tutto dipende dall’esperienza acquisita del giocatore nel superare le tante aree (un po’ come accade con i metroidvania). La campagna principale può avvicinarsi alla ventina/trentina d’ore complessiva, senza considerare le tante missione secondarie. Longevità dunque molto nella media, anche se – ricordo – dipende dalle capacità del giocatore e dai potenziamenti acquisiti, perché non si tratta di un titolo “semplice”. Inoltre l’avventura action RPG steampunk di Spiders è disponibile in lingua italiana. La localizzazione è veramente buona, poiché sono riusciti ad adattare termini francesi tipici dell’ottocento senza snaturare le frasi. Alcune parole sono rimaste volutamente in lingua francese, rendendo in questo modo la lettura dei dialoghi più immersiva con il mondo di gioco e l’atmosfera parigina.

Gli Aegis sono automi senzienti capaci di combattere. Il protagonista di questa avventura action RPG sono proprio questi ultimi robot. Infatti dopo aver visto il dialogo tra Maria Antonietta e la sua dama di compagnia, appare senza alcuna soluzione di continuità l’albo della personalizzazione. In questa schermata è possibile modificare l’automa, a seconda dello stile che si vuole adottare. A disposizione vi sono pochi elementi di personalizzazione, come il colore della scocca, la capigliatura e il viso. Insomma, non si tratta di un gioco che vuole – cosa che invece fa Elden Ring – approfondire l’aspetto del proprio protagonista dai tratti visivi. La personalizzazione avviene quando si accede al ramo successivo, ovvero quello della scelta della classe. In base alla classe designata, cambiano anche i parametri base come agilità, resistenza e potenza. Ad esempio, la classe “ballerina” permette all’Aegis di essere più veloce con attacchi ravvicinati; la sua arma principale è un doppio ventaglio che all’occorrenza si trasforma in scudo per le parate, oppure è possibile utilizzare un fucile a canna corta con le varie essenze come proiettili (sempre con attacco ravvicinato). La guardia del corpo consente di utilizzare armi pesanti e delle granate stordenti, agendo dunque sul parametro della resistenza. La classe soldato è quella più equilibrata, adatta per chi preferisce un sistema di combattimento votato alla mobilità e alla resistenza. Infine, come ultima classe disponibile, troviamo l’Alchimista: una sorta di mago che agisce a distanza, ma con armi da fuoco e proiettili incantati. Il gameplay, rispetto ad altri souls-like, è veramente più frenetico; la stessa protagonista si muove con estrema agilità, può saltare o arrampicarsi tramite l’uso del rampino. Diciamo che in alcune fasi ricorda più l’essenza di un action RPG, piuttosto che un Dark Souls. Poi gli elementi un po’ derivativi sono quelli legati alla progressione di livello, ovvero con l’ottenimento di essenze da raccogliere dopo gli scontri coi nemici o sparsi in giro tra i cadaveri: una sorta di richiamo alle anime o gli echi, come in Bloodborne. Dopo aver racimolato le essenze senza morire, bisogna recarsi alla zona adibita al checkpoint, una sorta di sedia con installazione. Lì si vende o compra il nuovo equipaggiamento, oppure è possibile aumentare di livello i parametri attraverso le armi, con un albo (skill tree) davvero ben approfondito. Nelle varie location, tra un Boss e l’altro, è possibile trovare delle chiavi da utilizzare in dei moduli speciali, ovvero delle modifiche sul sistema di combattimento del protagonista. Sono presenti quattro moduli, ognuno personalizzabile in base all’archetipo costruito, un po’ come accade con gli innesti cibernetici in Cyberpunk 2077. Più si progredisce e più saranno necessarie diverse chiave per aumentare i parametri.

Ad aggiungersi a questa interessante meccanica ludica dei moduli e dell’equipaggiamento personalizzabile (copricapo, petto, gambe e stivali), la varietà delle armi. Il gioco fonda il suo gameplay sull’adattabilità delle armi con il personaggio. Insomma, grazie a quest’ultime sarà possibile eseguire tante movenze, oppure concatenare più stili diversi tra arma principale e secondaria (richiamabile velocemente con i tasti del d-pad). Sono presenti delle bocce con dell’olio speciale (in linea con la trama ed i robot) che consente di recuperare un quantitativo specifico di vita, un po’ come le estus. Simpatica l’introduzione – essendo la mappa ampia e intersecata da un buon level design, con accessi bloccati fino all’uso del rampino – della bussola per indicare dove andare. Nei Souls il giocatore non viene aiutato anche in tal senso, dunque si tratta di una soluzione più che gradita e che agevola il novizio a esplorare meglio la mappa. Un titolo che punta anche sulla verticalità nelle fasi esplorative, unendo lo stile dei souls decisamente più pragmatico a qualcosa di simile ai platform in 3D. Ad un certo punto della storia, la protagonista ottiene un rampino: grazie ad esso è possibile raggiungere zone poc’anzi inaccessibili solo con il salto. Presente anche una modalità assistita che permette al giocatore di diminuire il tempo di ricarica della vita, del surriscaldamento e abbassa notevolmente la resistenza dei nemici. In questo modo anche chi non si sente pronto allo scontro, essendo un titolo estremamente difficile e punitivo, può godersi la narrazione ed il gameplay con più serenità. La meccanica più suggestiva del comparto ludico è probabilmente il parametro della stamina, qui prontamente modificato con il sovraccarico della macchina. Dopo una serie di colpi consecutivi, l’aegis si stanca e appare una barra rossa sotto la vita; i movimenti vengono limitati, finché non si agisce in qualche modo o si attende il raffreddamento dell’automa (di qualche secondo). In uno scontro può essere fatale stare fermi e riposare, dunque dopo aver consumato la stamina, appare il tasto Y che, una volta schiacciato, consente di aggiungere qualche tacca di stamina e raffreddare temporaneamente il corpo della macchina. Non bisogna abusare di questa condizione, perché non si ricarica velocemente con il rischio di bloccarsi all’istante e venire ucciso dai colpi nemici.

Il gameplay è veramente divertente e spietato: si passa da uno scontro all’altro, senza troppe attese. Il problema più grande è la poca varietà dei moveset dei nemici considerati più scarsi (i minion, insomma): un po’ ridondanti e serratissimi. L’intelligenza artificiale degli automi generalmente non è esaltante, poiché passano il loro tempo ad inseguire il protagonista anche a lunghe distanze o girando attorno. I Boss invece sono diversi e con una grande personalità, alcuni decisamente indimenticabili sia per stile di combattimento che per utilizzo di armi inedite. Non nascondo che per superare alcuni scontri ho dovuto utilizzare la modalità assistita, perché la difficoltà è tarata veramente troppo verso l’alto; siamo ai livelli di Demon’s Souls, piuttosto che dei capitoli successivi di Miyazaki. Come dicevamo prima, l’esplorazione gioca un ruolo fondamentale in Steelrising. Tra i tanti anfratti di Parigi alternativa e governata dai robot è possibile rinvenire in scrigni segreti, con all’interno delle Essenze di Anime davvero sostanziose (da vendere al giusto offerente). Oppure con il verticalismo, le fasi di ricerca di qualcosa o qualcuno diventano più divertenti: un gioco che sa anche di platform. L’atmosfera è decisamente suggestiva, un misto tra steampunk e gotico. Ad agevolare questa considerazione il comparto artistico davvero curato nei minimi dettagli. Peccato per alcune animazioni un po’ grossolane e poco “veritiere” perfino per questo stile. Gli interni sono meravigliosi ed il paesaggio in generale è veramente ispirato, mozzafiatante. Il sistema di illuminazione è discreto: il gioco è tendenzialmente ambientato di pomeriggio sera, anche se esiste il corso giorno-notte. La qualità delle texture è ottima, anche se in alcune zone il pavimento risulta un po’ stirato negli angoli. Tecnicamente invece è buono, sebbene non il migliore in circolazione su next-gen. Il frame-rate risulta essere stabile, tranne in alcune circostanze, ovvero durante il post caricamento. Le texture caricano sempre un po’ dopo e si avverte un effetto pop-up degli oggetti posizionati nello sfondo eccessivo. Per quanto concerne il comparto musicale e sonoro, la colonna sonora è veramente discreta e piacevole da ascoltare. Durante gli scontri la musica emerge maggiormente, per il resto del tempo (nelle fasi esplorative) l’atmosfera viene arricchita da suoni metallici e piccoli rintocchi.

In conclusione, Steelrising di Spiders è un action RPG con elementi derivanti dai souls-like davvero gradevole e ben fatto. Il sistema di combattimento è piuttosto convincente e soprattutto divertente, persino per chi non è avvezzo a questa tipologia di giochi un po’ punitivi e votati allo scontro ragionato. La trama è molto approfondita grazie alla presenza del codex e dei manoscritti, da recuperare in qualunque momento. La mescolanza di più idee, come l’utilizzo di una storia alternativa a quella reale e con l’introduzione dello steampunk come elemento centrale, è davvero funzionale allo scorrimento del racconto. Infatti la trama fluisce molto bene, anche se in alcuni punti centrali diventa sostanzialmente più anacronistica e ridondante. Eppure il finale, tra le varie scelte effettuate, è convincente; la rigiocabilità è anche un buon modo per vedere cosa cambia con build differenti o con missioni secondarie fatte in maniera differente. La campagna principale ha una longevità piuttosto nella media: non dura nemmeno troppo, si prende i tempi che gli servono per raccontare una storia interessante e mai stucchevole. Steelrising è una vera sorpresa: un gioco che non innova certamente con il suo comparto narrativo-ludico, ma che propone una sfida tarata verso l’alto e alle volte punitiva. L’avventura pubblicata da Nacon è disponibile su console Xbox Series X | S dall’8 settembre 2022 al prezzo di 59,99 euro. Se siete alla ricerca di un titolo non eccessivamente lungo, ma con una difficoltà alta, allora è ciò che fa per voi. In caso contrario, aspettate un calo di prezzo o gli sconti, perché si tratta di un souls-like meritevole e piacevole.

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