Firenze, il titolare del bar mette le bollette in vetrina: «Nel 2021 ho pagato 4 mila euro, ora 22 mila. Dov’è la politica?» - CorriereFiorentino.it

2022-08-27 01:19:22 By : Ms. Jane L

Le bollette dei commercianti toscani finiscono in vetrina. E, presto, ci finiranno quelle dei loro colleghi di tutta Italia. Parte da Firenze l’iniziativa nazionale lanciata dalla Confcommercio, che invita tutti gli esercenti ad esporre al pubblico, nelle vetrine delle proprie attività, le bollette del 2022 a confronto con quelle del 2021. Tra chi ha aderito, anche Gualserio Zamperini – titolare del Gran caffè San Marco dal 1984 – che sta vivendo un momento difficilissimo. I numeri sono impietosi. La bolletta del luglio 2021 era di 4.800 euro. Quella di quest’anno è arrivata a quasi 23mila euro: «Ho messo il cartellone perché i clienti si rendano conto della situazione. Abbiamo fatto i soliti orari, abbiamo usato i soliti frigo. Okay, c’è stato più caldo e sono stati utilizzati di più i condizionatori, ma è possibile un aumento del genere? C’è una speculazione paurosa».

A giugno, la bolletta era già arrivata a 18mila euro: «Inaccettabile. Siamo al punto che o decidiamo di pagare l’affitto e i dipendenti oppure le utenze». Che non sono l’unica mazzata: «La mozzarella ha avuto quattro rincari negli ultimi mesi. Il latte cinque. Il prezzo della verdura è aumento del 50%. Praticamente per guadagnarci dovrei vendere una pizza margherita a 30 euro». Il caffè San Marco, nel 2018, ha speso oltre un milione e mezzo di euro per una ristrutturazione: «Siamo in una landa desolata. In via Cavour ci sono 14 fondi in affitto. La politica? O assente, o connivente. Servirebbe una serrata generale. Dopo i 14 mesi di chiusura per il Covid, questi rincari sembrano parte di un disegno molto più grande». Il Gran caffè San Marco è tra le attività commerciali più storiche di Firenze. L’apertura è datata 1870: «Firenze era ancora capitale e davanti al caffè c’era il ministero della guerra». Il locale conta ben 30 dipendenti: «Per noi sarebbe fondamentale ottenere un mese in più di dehors: una boccata d’ossigeno in prospettiva dell’inverno». Come noto, in piazza San Marco sono difatti in corso i lavori per la tramvia. «Il sindaco Dario Nardella è sempre stato un uomo di parola: spero possa venirci incontro». La zona di San Marco è tra le meno battute della movida: «Abbiamo speso 15mila euro per tre mesi e mezzo di suolo pubblico. Stiamo cercando di dare vita ad una piazza spesso vuota: questa zona non è più il centro storico di Firenze, ma quasi una squallida periferia. Abbiamo perso l’università, la corte d’appello… La pedonalizzazione di piazza del Duomo apportata da Renzi ha ucciso il tessuto economico del quartiere». La speranza è appunto la tramvia : «Secondo uno studio del Comune trasporterà 12 milioni di passeggeri. Potrebbe ridare vita al quartiere. Il sindaco mi ha assicurato che i lavori saranno terminati per febbraio 2024. Gli credo».

Pure Angelo Mari, proprietario del bar Giglio Rosso di via Panzani , è sulla stessa lunghezza d’onda: «A giugno 2021 le bollette per luce e gas mi costavano 3.300 euro. Questo mese sono invece di 11.200 euro. E già a giugno avevo toccato i 7mila euro. È un aumento esponenziale che non conosce freni». Mari non ha intenzione di chiudere: «Ho otto dipendenti. Non voglio abbassare le serrande dopo 50 anni di attività. Però non sappiamo come fare. Per fortuna abbiamo fornitori che ci conoscono da decenni e che ci stanno dando una mano: al momento non posso pagare né loro, né la proprietà delle mura». Ed in più ci sono le altre imposte da sostenere: «La Tari è tornata ed è devastante. Senza contare gli arretrati bancari che abbiamo accumulato per restare a galla durante la pandemia».

Uno scenario confermato da Aldo Cursano di Confcommercio: «Accendere la lavastoviglie è un crampo allo stomaco», scherza amaramente il titolare del caffè Le Rose di piazza Unità. Cursano parla di una «situazione drammatica, ancora non percepita dalle gente»: «Il settore ha superato la pandemia, ma non uscirà da questa crisi. Le utenze, che ogni nostra attività mette a bilancio stimando al massimo extra di 3mila euro, sono arrivate a rincari del 500%». Qualcuno è stato più fortunato e lungimirante di altri sui costi fissi standard, trovando contratti che limitassero i danni. Anche se la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia influiscono irreparabilmente sull’approvvigionamento di energia: «Selezionare i fornitori serve il giusto. Io ad esempio sono passato da una media di 1.600 euro al mese di bolletta a 3.800 euro. È come avere un dipendente in più. Certo, mi ritengo fortunato rispetto a colleghi come Andreina Mancini».

La titolare della pasticceria Sieni di San Lorenzo , come raccontato da La Nazione, ha infatti ricevuto una bolletta da oltre 10mila euro e sta riflettendo sul destino dell’attività: «Mi conviene stare chiusa e pagare l’affitto , voglio solo capire chi camperà i miei otto dipendenti...». «In molti casi si è passati da costi sugli 0,40 euro al kW fino a 0,80 euro al kW», continua Cursano. Che poi fa una riflessione sul futuro delle imprese: «Noi vendiamo brioche, non gioielli. Pensiamo ad un caffè. In Italia il prezzo è bloccato a 1,20 euro. Solo la macchina per farlo consuma 4 kW, cioè la potenza impegnata di un’abitazione. Poi c’è il dipendente che lo prepara: tra dodicesima, tredicesima e indennità al titolare costa oltre 2mila euro. E ancora va considerato il cliente che va in bagno, ed ogni scarico sono 5 litri di acqua, e poi la lavastoviglie per pulire la tazzina… insomma: per guadagnarci dovremmo portare il prezzo di un singolo caffè ad almeno 3 euro».

Cursano, per salvare il modello produttivo, ha un’unica ricetta: «Quando le uscite superano le entrate, la politica deve intervenire prima che i prezzi si triplichino. Come durante la pandemia, serve un credito d’imposta. È l’unico strumento che funziona». Altri «suggerimenti» o imposizioni sono invece sono percepiti quasi come beffe: «Non abbiamo bisogno che qualcuno ci dica di tenere le porte chiuse con l’aria condizionata, o rivedere i processi produttivi con piatti freddi per risparmiare sul gas».

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