Bari , caffè al tavolino all’aperto ora si può fino al 31 dicembre - La Gazzetta del Mezzogiorno

2022-10-01 01:36:39 By : Ms. Sucy Sha

BARI - Nessun ordine di sgombero né di arretramento. Tavolini, sedie e ombrelloni resteranno al loro posto. Continuando a occupare più spazio rispetto al consentito. Tanto sulle strade quanto sulle piazze. Con buone pace di residenti e cittadini spesso costretti a veri slalom tra i clienti della colazione e dell’aperitivo. Anche Bari si appresta alla proroga delle estensioni delle occupazioni di suolo pubblico. I titolari di bar, ristoranti e locali che, sino al 31 dicembre, potranno occupare spazi esterni ai propri locali posizionando elementi di arredo. La norma, nata con l’emergenza Covid per consentire il distanziamento e per sopperire alla riduzione dei commensali a tavola, è stata prorogata nell’ultimo decreto «Aiuti ter», quello nel quale le forze politiche ci hanno infilato un po’ di tutto prima del «liberi tutti» di fine legislatura.

E così anche nel capoluogo l’amministrazione comunale dovrà adeguarsi alle disposizioni nazionali, lasciando inalterato l’attuale scenario. Quello nel quale ogni giorno ci si imbatte nelle zone della movida. Tavolini che arrivano al centro delle piazze, spritz consumati stando comodamente seduti a pochi metri dalle facciate di chiese e monumenti o divanetti posizionati quasi davanti agli ingressi dei palazzi. La disciplina quindi non cambia, a patto però che si tratti di elementi di arredo amovibili, cioè da smantellare a fine turno e da riposizionare all’interno. Insomma, una deregolamentazione che fa tirare un parziale sospiro di sollievo ai titolari delle numerose attività della ristorazione, già in ginocchio per le bollette monstre dell’energia. Questa proroga nazionale potrebbe spingere parallelamente il Comune a concedere un’altra moratoria, quella relativa ai parklet, il cui regime è in scadenza il 31 ottobre. Si tratta delle pedane, al livello del marciapiede, fissate sulla carreggiata e che possono occupare un massimo di due posti auto. Una concessione data a quei locali che non dispongono di sufficienti spazi esterni e che insistono lungo strade a basso impatto di traffico (zone 30 o zone a traffico limitato).

Più posti all’aperto significa ovviamente aumentare il numero dei coperti, ma al tempo stesso significa anche dover confidare in condizioni meteorologiche clementi, visto l’inizio dell’autunno. A Bari i ristoratori chiedono da sempre non tanto maggiori spazi all’esterno quanto strutture esterne fisse, veri e propri dehors che l’attuale regolamento comunale esclude categoricamente per tutti i quartieri più storici da Bari vecchia al Libertà, da Madonnella a tutte le ex frazioni. Dehors ancorati che permetterebbero di mettere al riparo i clienti in caso di forte vento e di acquazzoni. Circostanza oggi impossibile con il solo posizionamento di semplici ombrelloni. E non a caso il tema e la polemica sono riesplosi questa estate, dopo la tromba d’aria che lo scorso 30 luglio ha distrutto gli esterni di diversi locali con danni per migliaia e migliaia di euro. Ombrelloni volati via come proiettili, paraventi in frantumi e sedie trascinate per diversi metri dalla furia del vento e dell’acqua. Una vicenda che ha spinto i ristoratori a chiedere un tavolo con Comune e Soprintendenza per rivedere l’attuale regolamento introducendo la possibilità di strutture esterne fisse, quelle che oggi sono tassativamente escluse (al pari di pedane e fioriere) in tutte le aree di notevole rilevanza storica, architettonica e paesaggistica. In controtendenza invece Poggiofranco dove il II Municipio ha introdotto la possibilità, nelle zone di nuova costruzione ed espansione, delle pergotende.

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